Il Ddl in materia di intelligenza artificiale, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri, individua criteri regolatori capaci di riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio, al loro sottoutilizzo o al loro impiego dannoso.
Le norme intervengono in cinque ambiti: la strategia nazionale, le autorità nazionali, le azioni di promozione, la tutela del diritto di autore, le sanzioni penali.
Relativamente all’attività giudiziaria il Decreto prevede che i sistemi di intelligenza artificiale siano utilizzati esclusivamente per finalità strumentali e di supporto, quindi per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario nonché per la ricerca giurisprudenziale e dottrinale anche finalizzata all’individuazione di orientamenti interpretativi.
Resta, invece, sempre riservata al magistrato la decisione sull’interpretazione della legge, la valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione di ogni provvedimento inclusa la sentenza.
VIene inoltre previsto che, tra le materie di competenza esclusiva del tribunale civile, si aggiungano le cause che hanno ad oggetto il funzionamento di un sistema di intelligenza artificiale.