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Tutti i dettagli sulla battuta d’arresto della produzione industriale di agosto

Data di pubblicazione: 14 Ottobre 2021

Ad agosto la produzione industriale italiana subisce una battuta d’arresto dello 0,2% rispetto a luglio. Una variazione negativa che riporta l’indice esattamente sui livelli registrati ad agosto 2020, annullando la variazione tendenziale. Il dato comunicato da Istat nel suo ultimo aggiornamento si pone in controtendenza rispetto alla nota di luglio, quando lo stesso istituto certificava una salita della produzione dell’0,8% su base mensile e del 7,0% rispetto al luglio 2020. L’appiattimento della variazione tendenziale è senza dubbio legato alla riduzione della distanza dall’output precedente la crisi economica del Covid, ormai recuperato sul fronte della produzione industriale. In parte però questo rallentamento potrebbe essere legato a fattori più profondi attinenti all’economia reale e all’effettivo andamento della crescita italiana.

Anzitutto è bene comprendere cosa ha portato l’indice a scendere nel mese di agosto. O meglio, cosa non lo ha portato a scendere: tre delle quattro componenti hanno registrato una variazione negativa. Se i beni strumentali sono cresciuti dello 0,8%, l’energia ha registrato un -2,1%, i beni di consumo un -2,0% e i beni intermedi un -1,3%.

Per quanto riguarda invece la variazione tendenziale, come anticipato, agosto 2021 si pone esattamente sugli stessi livelli di agosto 2020. Mentre i beni intermedi e strumentali sono saliti in maniera convinta a +4,9% e +4,4% rispettivamente, i beni di consumo e l’energia fanno segnare variazioni fortemente negative, -5,4% e -6,6% rispettivamente. Nei beni di consumo durevoli la caduta di portata superiore, con un -16,8% rispetto ad agosto 2020.

Non tutti i settori comunque registrano un segno negativo. La situazione si presenta decisamente eterogenea. Si passa da un +16,6% per la metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, un +10,3% nella fabbricazione dei macchinari e un +6,3% nelle apparecchiature elettriche, ad un -23,7% nella fabbricazione di mezzi di trasporto, un -20,9% nei prodotti farmaceutici di base e un -17,7% nelle attività estrattive.

Il commento dell’Istat: “Ad agosto si registra una lieve diminuzione congiunturale della produzione industriale, dopo due mesi di crescita; nella media degli ultimi tre mesi la dinamica congiunturale risulta positiva. Rispetto a febbraio 2020, mese antecedente l’inizio dell’emergenza sanitaria, il livello dell’indice di agosto è superiore dell’1,5%, al netto dei fattori stagionali. L’analogo confronto a livello settoriale evidenzia un calo per i beni di consumo e l’energia (rispettivamente -3,7% e -6,0%), una sostanziale stazionarietà per i beni strumentali e una crescita marcata per i beni intermedi (+4,6%)”.

Non mancano d’altronde le incognite sulla crescita economica e il rinnovato ottimismo relativamente alla crescita del Pil riportato dal governo nella Nota di aggiornamento del Def, in primis l’allarmante fronte delle materie prime e della crisi energetica registrata in tutto il mondo proprio alle porte dell’inverno.

Per contestualizzare la leggera discesa della produzione industriale di agosto è possibile anche osservare l’indicatore Ita-coin calcolato da Banca d’Italia. Ita-coin fornisce una sorta di indicatore della crescita in tempo reale della variazione tendenziale dell’attività economica grazie ad una serie di variabili poi sintetizzate da Palazzo Koch. Stando all’ultimo aggiornamento l’economia italiana si starebbe raffreddando. Nel mese di settembre l’indicatore è sceso a 0,83, dopo l’1,04 di agosto e l’1,39 di luglio (livello massimo di Ita-coin dall’inizio della serie storica). Sebbene il livello di settembre resti largamente in territorio positivo, il rallentamento conferma il processo di normalizzazione dell’andamento del Pil italiano. La transizione da un forte recupero dopo lo shock alla necessità di proseguire “con le proprie forze”.

Autore: Dott. Gianmaria Vianova

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