Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando, ha firmato il decreto riguardante l’individuazione di criteri e limiti delle attività diverse da quelle di interesse generale esercitabili dagli enti del Terzo settore.
In particolare, il decreto definisce i due tratti caratterizzanti delle attività diverse: la strumentalità e la secondarietà.
Le attività diverse sono considerate strumentali quando sono finalizzate a supportare, sostenere, promuovere o agevolare il perseguimento delle finalità istituzionali dell’ente del Terzo settore.
La secondarietà, inceve, ricorre in una delle seguenti ipotesi:
- i ricavi da attività diverse non sono superiori al 30% delle entrate complessive dell’ente del Terzo settore;
- i ricavi da attività diverse non sono superiori al 66% dei costi complessivi dell’ente del Terzo settore.
L’ente del Terzo settore può scegliere uno dei due criteri, che dovrà poi essere indicato nella relazione di missione o in un’annotazione in calce al rendiconto per cassa.