Delegittimata, paralizzata, indifesa: questo è lo stato della Giustizia in Italia secondo l’Organismo Congressuale Forense. A distanza di oltre tre mesi dalla sospensione avvenuta il 7 marzo scorso e a oltre un mese dalla presunta ripresa, nelle aule dei tribunali italiani si celebrano pochissimi giudizi e i diritti dei Cittadini e delle imprese restano in attesa, ostaggio di scelte inadeguate.
Le scelte del Governo, inoltre, hanno prodotto centinaia e centinaia di prassi diverse, che hanno reso incomprensibile l’esercizio delle attività giudiziarie e che comunque non ne hanno consentito una reale ed effettiva ripresa.
"Occorre subito un piano straordinario per la messa in sicurezza delle attività e degli edifici giudiziari", spiega il Coordinatore dell’OCF Giovanni Malinconico – che comporti:
- Modalità di risoluzione delle criticità disposte direttamente dal legislatore e dall’amministrazione centrale per lo svolgimento delle attività giudiziarie in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, con la previsione unitaria delle misure speciali per i territori in cui sia più alto il rischio di contagio.
- L’assunzione di una norma di legge, anche a mezzo di decretazione d’urgenza, che consenta lo svolgimento delle udienze con le modalità già previste nei relativi provvedimenti di fissazione.
- L’immediato stanziamento di adeguate risorse per la Giustizia e per la messa in sicurezza degli edifici giudiziari.
- La dotazione di adeguati strumenti informatici, di linee a banda larga e di personale tecnico di supporto per gli uffici giudiziari, per lo svolgimento in sicurezza delle attività da remoto.
- Aumento del fondo di dotazione per patrocinio a spese dello Stato per la difesa degli strati deboli della nostra società.