Con Ordinanza n. 26707 del 18 settembre 2023 la Corte di Cassazione, Sez. V Civile, ha confermato il principio secondo cui non sono deducibili dal reddito i costi sostenuti da una società per ingaggiare personale collocato nelle liste di mobilità da altre società del gruppo, fruendo di indebite agevolazioni contributive ai danni dell’Inps, perché direttamente connessi al reato di truffa nei confronti dell’ente.
La deducibilità dei costi di manodopera, spiega la Cassazione, non deve essere valutata basandosi unicamente sulla liceità del lavoro retribuito e svolto dai dipendenti, senza adeguatamente motivare e dare rilievo alla esistenza o meno di un legame strutturale-funzionale tra il costo del lavoro recuperato a tassazione e il compimento delle fattispecie di reato, oggetto di un processo penale.
In presenza di una notizia di reato il giudice di merito, per riconoscere la deducibilità dei costi in esame, avrebbe dovuto indagare se l’acquisizione di fattori produttivi (costo della manodopera) funzionali allo svolgimento dell’attività lecita d’impresa, fossero in un rapporto di strumentalità con la commissione del reato.