Tra le misure introdotte dalla Legge di bilancio 2025 in materia di previdenza, sono stati introdotti interventi finalizzati a favorire la permanenza al lavoro.
Prevista la detassazione e l’estensione dell’incentivo contributivo, l’agevolazione che consiste nel riconoscimento in busta paga della quota di contributi a carico del lavoratore, per coloro che, in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato, decidano di restare al lavoro (cd. Bonus Maroni). Viene ampliata la portata della disposizione sul piano soggettivo, includendo anche i soggetti che al 31 dicembre 2025 hanno maturato i requisiti per il pensionamento anticipato indipendente dall’età anagrafica, e prevista l’esclusione dall’imponibile fiscale della somma corrispondente alla quota di contribuzione corrisposta interamente al lavoratore.
Per agevolare la permanenza al lavoro nelle Amministrazioni pubbliche, sono state introdotte modifiche alla normativa vigente sia per adeguare i limiti ordinamentali di età ai requisiti anagrafici previsti per l’accesso al pensionamento di vecchiaia, sia per consentire comunque la permanenza in servizio anche dopo aver maturato i requisiti per il pensionamento anticipato.
Confermati, infine, anche per il 2025, i canali di uscita anticipata attualmente vigenti (Quota 103, Ape sociale e Opzione donna) e la rivalutazione delle pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo, che saranno incrementate del 2,2% nel 2025 e dell’1,3% nel 2026.
È necessario sottolineare, spiega il MEF nel comunicato pubblicato il 7 novembre, che senza questo intervento gli importi dei prossimi due anni sarebbero risultati inferiori poiché l’adeguamento sarebbe stato parametrato all’andamento dell’inflazione, che quest’anno si è fortemente ridimensionata rispetto al passato.