La flessione è del 6,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente, registrando un totale di 118.215 nuove partite Iva aperte.
Il 70% di queste è stato attivato da persone fisiche, il 22,6% da società di capitali, il 2,9% da società di persone, mentre la quota dei “non residenti” (principalmente società di commercio on-line) e quella delle “altre forme giuridiche” rappresentano il 4,5% del totale delle nuove aperture.
E’ il commercio il settore produttivo che registra il maggior numero di aperture di partite Iva (il 18,8% del totale), seguito dalle attività professionali (17,8%) e dall’edilizia (10,4%).
Rispetto al secondo trimestre del 2022, i settori con maggiori cali sono quelli dell’agricoltura (-25,8%), delle costruzioni (- 11,3%) e dei servizi d’informazione (-10,1%). Si registrano aumenti, invece, nei settori dell’istruzione (+10,6%), dell’alloggio e ristorazione (+5,8%) e dei servizi residuali (+2,6%).
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