Il 23 giugno scorso il Consiglio nazionale dei commercialisti ha presentato il suo "Manifesto per la riforma del sistema tributario", che individua in otto punti le priorità per una riforma organica del sistema fiscale, che vanno dalla semplificazione e razionalizzazione normativa tramite la predisposizione di un “codice tributario”, per andare verso l’abolizione dell’Irap (e sua sostituzione con un’addizionale Ires e eventualmente Irpef) e verso una riforma del sistema della riscossione, sia nelle regole verso i contribuenti (con un’unica modalità di dilazione dei pagamenti, valida anche per l’autotassazione; sistema degli aggi e degli interessi di mora meno iniquo e la semplificazione delle procedure di notifica ed esecutive), sia nelle regole relative al rapporto tra l’Ente impositore e l’incaricato della riscossione.
Altri punti del Manifesto indicati dalla categoria sono la “parità di trattamento tra lavoratori dipendenti, autonomi e imprenditori individuali e la riduzione delle aliquote relative al terzo scaglione di reddito, la rilevanza del risultato economico di esercizio ai fini della determinazione del reddito di impresa ed eliminazione dei disallineamenti rispetto all’imponibile fiscale, un rapporto fisco-contribuenti più equilibrato”, e “organi di giurisdizione tributaria composti da giudici professionali, a tempo pieno e specializzati, con obbligo di formazione continua”.
E ancora il rilancio delle aggregazioni professionali, stabilendo “neutralità fiscale delle operazioni di riorganizzazione delle attività di lavoro autonomo e determinazione opzionale per cassa dei redditi delle Società tra professionisti (Stp) di capitali”.
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