Imprenditori e professionisti forfettari possono adesso conoscere la proposta di Concordato preventivo ed eventualmente accettarla entro il termine di presentazione del modello Redditi 2024, ossia il 15 ottobre 2024.
Il Concordato Preventivo Biennale (CPB) è un istituto di compliance volto a favorire l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi, introdotto dal Dlgs n. 13 del 12 febbraio 2024.
Per avvalersi del concordato preventivo i contribuenti forfettari interessati possono calcolare la propria proposta compilando i campi presenti nel quadro LM del modello Redditi 2024 (anno d’imposta 2023) tramite il servizio RedditiOnline oppure tramite la dichiarazione precompilata. La proposta di concordato dovrà eventualmente essere accettata entro il termine di presentazione del modello, fissato al 15 ottobre 2024.
L’adesione vincola il contribuente a dichiarare il reddito concordato – per un anno in via sperimentale per i soggetti forfettari – a prescindere dagli importi effettivamente conseguiti, mentre non ha alcun effetto ai fini Iva.
Imprenditori e professionisti che applicano gli Isa possono invece aderire al concordato dallo scorso 15 giugno tramite il software “Il tuo ISA 2024 CPB”, che permette di calcolare il proprio indice sintetico di affidabilità e di concordare il reddito di lavoro autonomo o di impresa e la base imponibile Irap per gli anni 2024 e 2025.
Requisiti per poter accedere al CPB
Possono ora accedere all’istituto anche le persone fisiche che esercitano attività d’impresa, arti o professioni e applicano il regime forfettario, a condizione che abbiano iniziato l’attività prima del 2023.
Altro requisito richiesto è non avere debiti tributari riferiti al periodo d’imposta precedente a quello cui si riferisce la proposta o aver estinto, prima della scadenza del termine per aderire, quelli di importo pari o superiore a 5mila euro (compresi interessi e sanzioni).
I contribuenti che optano per il nuovo istituto non possono – entro soglie definite – essere soggetti ad accertamenti sui redditi concordati.
L’Agenzia delle Entrate ha pubblicato un video esplicativo della misura sul proprio canale YouTube.