La quota dell’indennità di fine rapporto non riguarda tutte le erogazioni corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro.
Lo hanno chiartio le Sezioni Unite Civili di Cassazione, nella sentenza n. 6229 del 7 marzo 2024, nella quale hanno espresso il seguente principio di diritto:
“La quota dell’indennità di fine rapporto spettante, ai sensi dell’art. 12-bis della l. n. 898 del 1970, introdotto dall’art. 16 l. n. 74 del 1987, al coniuge titolare dell’assegno divorzile e non passato a nuove nozze, concerne non tutte le erogazioni corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro, ma le sole indennità, comunque denominate, che, maturando in quel momento, sono determinate in proporzione della durata del rapporto medesimo e dell’entità della retribuzione corrisposta al lavoratore; tra esse non è pertanto ricompresa l’indennità di incentivo all’esodo con cui è regolata la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro”.