Con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni il Parlamento europeo ha approvato, in via definitiva, nuove misure e sanzioni per contrastare la criminalità ambientale.
La nuova Direttiva, concordata con il Consiglio il 16 novembre 2023, prevede nuovi tipi di reati contro l’ambiente, tra cui:
- il commercio illegale di legname;
- l’esaurimento delle risorse idriche;
- le gravi violazioni della legislazione dell’UE in materia di sostanze chimiche;
- l’inquinamento provocato dalle navi.
Introdotti anche i cosiddetti “reati qualificati”, ossia quelli che portano alla distruzione di un ecosistema e sono quindi paragonabili all’ecocidio, come ad esempio gli incendi boschivi su vasta scala o l’inquinamento diffuso di aria, acqua e suolo.
Le sanzioni previste per i nuovi reati
Prevista la reclusione, a seconda della durata, della gravità o della reversibilità del danno, per i reati ambientali commessi da persone fisiche e rappresentanti d’impresa.
Più in dettaglio:
- per i cosiddetti reati qualificati, il massimo è di 8 anni di reclusione;
- per quelli che causano la morte di una persona 10 anni;
- per tutti gli altri 5 anni.
I trasgressori dovranno risarcire il danno causato e ripristinare l’ambiente danneggiato, oltre a possibili sanzioni pecuniarie.
Per le imprese l’importo cambierà a seconda della natura del reato: potrà essere pari al 3 o 5% del fatturato annuo mondiale o, in alternativa, a 24 o 40 milioni di euro.
Gli Stati membri potranno decidere se perseguire i reati commessi al di fuori del loro territorio.