Il delitto di autoriciclaggio è in rapporto di specialità reciproca con quello di trasferimento fraudolento di valori, essendo accomunate le fattispecie dalla generica provenienza da delitto dei beni oggetto di trasferimento e dall’utilizzo di modalità dissimulatorie tese a rendere difficoltosa l’identificazione di detta provenienza, sicché, quando l’intestazione fittizia di un bene costituisca la principale modalità commissiva dell’autoriciclaggio, è configurabile solo quest’ultimo, più grave, delitto, in forza della clausola di riserva contenuta nell’art. 512-bis cod. pen.
Questo, in estrema sintesi, il principio espresso dalla Corte di Cassazione, Sezione 1 Penale, con la sentenza n. 39489, depositata il 28 settembre 2023.