Con nota del 10 febbraio 2023 Cassa Forense ha comunicato il proprio via libera
alla possibilità di compensare i crediti per spese, diritti ed onorari dovuti dallo Stato per il gratuito patrocinio, con i contributi dovuti dagli avvocati alla Cassa a titolo di oneri previdenziali.
Tale compensazione, introdotta dalla Legge di bilancio 2023 (art.1, comma 860), prevede che i crediti siano ammessi alla compensazione con quanto da essi dovuto “per ogni imposta e tassa, compresa l’IVA e il pagamento dei contributi previdenziali mediante cessione, anche parziale, entro il limite massimo pari all’ammontare dei crediti stessi, aumentato dell’IVA e del contributo previdenziale per gli avvocati”.
La modifica, spiega Cassa Forense, ha comportato l’aumento del fondo per la compensazione da 10 a 40 milioni, e consentirà di ridurre i tempi di pagamento dell’attività professionale e di snellire l’attività degli uffici giudiziari, esentati dai passaggi per il pagamento effettivo.
Come accedere alla compensazione
Per poter accedere alla compensazione nell’arco temporale che va dal 1 marzo al 30 aprile di ciascun anno, gli avvocati dovranno emettere fattura registrata su apposita piattaforma elettronica predisposta dal MEF, attraverso la quale potranno esercitare l’opzione di utilizzazione del credito in compensazione, certificando inoltre che gli stessi crediti siano stati liquidati dall’autorità giudiziaria con decreto di pagamento non opposto e che non siano stati nel frattempo pagati.
Tutti i dettagli sul sito di Cassa Forense.