Non è escluso che anche i reati commessi da componenti del nucleo familiare possano rilevare nella lata valutazione discrezionale che l’amministrazione è chiamata a fare in materia di concessione della cittadinanza italiana. Deve però trattarsi di reati che abbiano una regia familiare, che siano quindi connotati da una fruizione familiare dei proventi del reato o ancora denotino atteggiamenti di collaborazione, protezione reciproca o condivisione piena degli schemi devianti, tali da disvelare la scarsa integrazione dell’intera famiglia.
Lo ha affermato il Consiglio di Stato, Sezione Terza, con la sentenza n. 3409 del 2 maggio 2022.