Con Sentenza n. 6598 del 23 febbraio 2022 la Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, ha ribadito l’orientamento giurisprudenziale secondo cui, in tema di calunnia, “non esorbita dai limiti del diritto di difesa l’imputato che affermi falsamente davanti all’Autorità giudiziaria fatti tali da coinvolgere altre persone, che sa essere innocenti, in fatti penalmente illeciti, purché la mendace dichiarazione costituisca l’unico indispensabile mezzo per confutare la fondatezza dell’imputazione, secondo un rapporto di stretta connessione funzionale tra l’accusa (implicita od esplicita) formulata dall’imputato e l’oggetto della contestazione nei suoi confronti, e sia contenuta in termini di stretta essenzialità, nel senso dell’assenza di ragionevoli alternative quale mezzo di negazione dell’addebito”.