La UIF ha pubblicato il rapporto 2020 del quale vengono analizzati, di seguito, alcuni degli aspetti.
Sintesi del rapporto
Premette la UIF che il 2020 “è stato l’anno della pandemia da Covid-19 che ha sconvolto le vite, le dinamiche sociali, le economie. In un contesto in cui tutto mutava velocemente creando nuovi spazi per comportamenti illeciti favoriti dal distanziamento sociale e dall’emergenza”.
La persistenza della pandemia ha determinato una riduzione delle ispezioni e la definizione di modalità di accertamento alternative a quelle tradizionali e di metodi innovativi di relazione con i destinatari degli obblighi di collaborazione attiva; di particolare importanza la collaborazione con la DNA (vedi articolo sull’aggiornamento del protocollo di intesa), la Guardia di Finanza e la DIA.
Le segnalazioni pertinenti a contesti di rischio legati alla pandemia nel 2020 sono state 2.277 per un valore complessivo di operatività sospetta pari a 8,3 miliardi di euro. Di queste l’80,0% ha riguardato nella prima fase, principalmente la compravendita di materiale sanitario e di DPI cui si sono aggiunti, in una seconda fase, l’erogazione e l’utilizzo incongruo di finanziamenti garantiti o contributi a fondo perduto. Circa il 64% di tali segnalazioni ha ricevuto un feedback positivo da parte degli Organi investigativi. Il restante 20% delle SOS classificate nell’area di rischio Covid-19 ha riguardato fenomeni di prelievo di contante indotti apparentemente dal timore di carenza di liquidità all’avvio della fase di lockdown.
Nel corso del 2020 la UIF ha emanato una comunicazione relativa alla prevenzione dei fenomeni di criminalità finanziaria connessi all’emergenza sanitaria (vedi l’articolo pubblicato in merito)
Il sistema antiriciclaggio ha retto, le SOS (segnalazioni di operazioni sospette) sono aumentate e sono risultate pari a 113.187 delle quali 2.300 relative a contesti di rischio legati all’emergenza sanitaria, 41.343 dichiarazioni per operazioni in oro; nel corso del 2020 son pervenute comunicazioni oggettibve relative a 41 milioni di operazioni per un aqmmontare di 215 miliardi di euro fra versamenti e prelevamenti significativi di contante.
In particolare nel corso del 2020
- n. 113.187 segnalazioni SOS con un incremento rispetto all’anno precedente di 7.398 unità
- la maggior parte delle SOS proviene da Banche e Poste (64,50%), mentre le segnalazioni da parte di professionisti rappresentano il 4,8%
Gli effetti della pandemia sull’attività economica sono verosimilmente la causa della netta riduzione delle segnalazioni provenienti dai professionisti (-28,1%), in particolare da notai, commercialisti e avvocati.
La contrazione del dato complessivo, in controtendenza rispetto all’andamento del settore bancario e finanziario, è da considerarsi con attenzione, atteso il ruolo cruciale che, nell’attuale situazione di emergenza sanitaria, i professionisti sono chiamati ad assolvere a tutela dell’efficacia degli interventi pubblici a sostegno di persone e imprese in difficoltà.
Le SOS trasmesse da professionisti e operatori non finanziari risultano inviate per quasi il 40% da Notai e dal Consiglio Nazionale del Notariato, per il 2,5% da Commercialisti e Consulenti del Lavoro, per lo 0,4% da Avvocati e per lo 0,1% da studi associati interprofessionali e tra avvocati.
Le SOS hanno riguardato più che altro le ipotesi di riciclaggio (112.651), più limitate invece quelle relative al finanziamento del terrorismo (513) e quelle relative al finanziamento di programmi di proliferazione di armi di distruzione di massa (23).
Fra le regioni con i maggiori aumenti assoluti delle SOS, quella con l’incremento percentuale più significativo è il Lazio (+35,6%), seguita da Puglia (+20,3%), Calabria (+19,8%) e Campania (+13,8%). Per quanto riferiti a incrementi più modesti in valore assoluto, si rilevano aumenti percentuali degni di nota anche da parte della Sardegna (+23,7%), del TrentinoAlto Adige (+23,5%) e della Basilicata (+13,1%). Prato e Milano si confermano rispettivamente la prima e la seconda provincia di localizzazione delle segnalazioni per 100.000 abitanti
Le comunicazioni oggettive
Le modifiche apportate dal D.lgs. 90/2017 alla normativa antiriciclaggio hanno introdotto l’obbligo di trasmettere alla UIF, con cadenza periodica, dati e informazioni individuati in base a criteri oggettivi, concernenti operazioni a rischio di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo (c.d. comunicazioni oggettive; vedi l’articolo relativo), anche in funzione dell’utilizzo del contante. . Tali dati sono utilizzati per arricchire il patrimonio informativo della UIF ai fini dell’esame delle operazioni sospette e per avviare analisi specifiche su flussi finanziari potenzialmente anomali. L’obbligo di comunicazione (provvedimento UIF del 28 marzo 2019) riguarda Banche, Poste Italiane, istituti di moneta elettronica. L’Italia si colloca fra i paesi dell’area dell’euro caratterizzati da un ricorso al contante particolarmente elevato e, con l’introduzione delle comunicazioni oggettive, è entrata a far parte del gruppo di paesi che rilevano le operazioni in contanti con finalità di prevenzione del riciclaggio.
I primi 5 mesi del 2021
Nei primi cinque mesi la UIF ha ricevuto 58.586 segnalazioni di operazioni sospette, con un incremento del 30,8% rispetto allo stesso periodo del 2020. L’aumento delle SOS inviate agli OO.II. è stato del 24,3%. Anche nel 2020 la platea di segnalanti ha continuato a espandersi, attestandosi a 7.167.