I recenti provvedimenti emergenziali adottati per la pandemia hanno previsto un prolungamento del divieto di licenziamento fino al 31 gennaio 2021, limitando l’iniziativa economica costituzionalmente tutelata dall’articolo 41. A compensare tale divieto dovrebbero provvedere i trattamenti d’integrazione salariale emergenziale che, apparentemente, non avrebbero costi per le imprese.
Secondo i Consulenti del Lavoro è però necessario evidenziare che, anche nel caso di totale sospensione dell’attività lavorativa, l’accesso agli ammortizzatori sociali legati alla crisi epidemiologica da COVID-19, non è gratuito. Fermo, infatti, l’azzeramento del contributo richiesto dalla normativa ordinaria1 per i periodi di cassa integrazione fruiti dall’azienda, permangono comunque taluni oneri a carico dei datori di lavoro.
La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha pubblicato l’approfondimento "Quanto costa la cassa integrazione a un’azienda", nel quale sono elencati, sotto forma di tabelle esemplificative, i costi per la cassa integrazione a carico di 4 aziende appartenenti a settori diversi (metalmeccanica industria, commercio, alberghiero, ristorazione), suddivisi per differenti periodi di fruizione degli ammortizzatori, categorie di lavoratori e mansioni.