Senza le misure compensative introdotte dal governo la riduzione totale del reddito lordo delle famiglie a causa del lockdown ammonterebbe a 34,5 miliardi: la perdita sarebbe stata “limitata” a 19,2 miliardi di euro. È ciò che emerge dalla nota pubblicata dalla Direzione Studi e Ricerche Economico Fiscali del Ministero dell’Economia e delle Finanze dedicata appunto all’impatto “del Covid-19 sulla disuguaglianza dei redditi”.
Secondo lo studio gli autonomi sarebbero stati colpiti dalla sospensione del lavoro per lockdown più dei lavoratori dipendenti. Per la precisione la nota stima che la quota di autonomi sospesi sia stata del 35,5% contro il 30% dei dipendenti. In termini assoluti il numero di lavoratori sospesi ammonterebbe a 7,7 milioni, di cui 5,8 milioni di dipendenti e 1,7 milioni di autonomi. Stando alle analisi preliminari della Direzione studi e ricerche emerge che 5,5 milioni di dipendenti (su un totale di circa 19,5 milioni) rientrino nei settori colpiti dal lockdown e siano beneficiari della Cassa integrazione guadagni. Tra gli autonomi invece 3,9 milioni di persone sono stati identificati come eleggibili per il bonus di marzo e aprile, su un totale di 4,8 milioni.
Gli analisti del Mef stimano per i dipendenti una perdita di reddito lorda potenziale pari a 21,7 miliardi di euro che grazie alle misure compensative (CIG su tutte) si ridurrebbe a 11,4 miliardi. Il costo stimato della Cassa integrazione guadagni ammonterebbe a 10,3 miliardi di euro per i due mesi di marzo e aprile, ai quali si aggiungono 1,4 miliardi di euro di contributi sociali non versati. Per gli autonomi la perdita senza compensazione ammonterebbe a 6,5 miliardi, ridotta a 1,8 miliardi per effetto del bonus. “Complessivamente la riduzione totale di reddito lordo che si sarebbe registrata in assenza di misure ammonta a 34,5 miliardi, limitata a 19,2 miliardi per effetto degli interventi. Al netto di tasse e contributi, la riduzione totale senza intervento è pari 19,1 miliardi, limitata a 9,2 miliardi per effetto delle misure, il cui costo totale è pari a 15 miliardi per i mesi di marzo e aprile. Inoltre, si stima una perdita di gettito IRPEF di 11,6 miliardi nello scenario in cui non fossero state adottate misure compensative, e pari a 8,4 miliardi in quello in cui sono state introdotte le compensazioni”, segnala la nota. Il 20% delle famiglie meno abbienti, in assenza di misure compensative, avrebbe perso il 2,8% del reddito disponibile equivalente rispetto al periodo precedente al virus, il 20% delle famiglie più abbienti “solo” il 2,3%.
Dopo aver passato in rassegna le conseguenze dirette del lockdown sui redditi delle famiglie, la nota della Direzione studi e ricerche si concentra anche nel medio termine. Nel rapporto si sottolinea come vi sia “l’esigenza di continuare a prestare attenzione alle famiglie con i redditi meno elevati, in particolare gli autonomi” in quanto “la maggiore concentrazione di famiglie di lavoratori sospesi nel primo quinto di reddito disponibile rispetto all’ultimo potrebbe far registrare un aumento delle disuguaglianze registrate dal rapporto interquintilico nel medio periodo, in particolare per i lavoratori autonomi”.