“La riproposizione dei temi afferenti ai progetti di riforma del processo civile e penale non può non considerare aspetti e problematiche emersi in tutta evidenza in occasione dell’emergenza sanitaria, i cui effetti ancora incidono sulla tutela inadeguata dei diritti e della giustizia. L’obiettivo perseguito e non più trascurabile del recupero dell’efficienza della giustizia civile invoca la necessità di dover intervenire sulle regole organizzative ancor prima che su quelle dei riti. È, inoltre, doveroso sottolineare come per il Cnf e l’avvocatura tutta, il recupero dell’efficienza del processo non debba e non possa tradursi in un affievolimento della effettività delle tutele e del diritto di difesa, servizio essenziale e costituzionalmente garantito ai cittadini”.
Così si è espressa in una nota la presidente del Consiglio nazionale forense, Maria Masi, in merito alla riunione del tavolo ministeriale sulla riforma del processo civile che si è svolto recentemente presso il Ministero dell Giustizia.
“Sul dl, già calendarizzato il Cnf aveva avuto modo di condividere osservazioni e proposte come l’attenzione agli strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, la semplificazione dei provvedimenti relativi all’improcedibilità e all’estinzione in appello e l’abrogazione del cosiddetto filtro. Restano le perplessità su alcuni aspetti del progetto di riforma, dalla previsione di un unico rito ‘ordinario’ davanti al tribunale in composizione monocratica, in quanto soluzione non idonea ad incidere sui tempi di durata del processo e potenziale rischio di compressione degli spazi di garanzia difensiva, al riferimento alla riforma dei procedimenti in camera di consiglio relativa alla sola composizione del tribunale in un settore che andrebbe, al contrario, seriamente rivisto in base all’effettiva natura”.
“Conforta la dichiarazione del ministro Bonafede circa la volontà politica del governo di condividere con avvocati e magistrati la realizzazione di proposte tecniche dirette ad una più ampia riforma della giustizia come richiesto da Bruxelles, tenuto conto, peraltro, che Il Consiglio nazionale forense già a inizio giugno aveva assunto una delibera con la quale si impegnava a farsi promotore di un progetto strutturale per la modernizzazione della giustizia in linea con gli obiettivi indicati dalla UE”.