I Liberi professionisti, che rappresentano circa un milione e mezzo di lavoratori, sono in assoluto i più danneggiati dalla crisi economica del 2008. In dodici anni hanno perso in media più di 13 mila euro per occupato. La produttività è crollata di oltre il 20%, più di qualsiasi altro settore economico.
Sono questi i dati che emergono dal focus “Osservatorio Liberi professionisti”, un interessante approfondimento a cura del Consiglio e la Fondazione Nazionale dei Commercialisti, in cui si sottolinea come la categoria dei liberi professionisti stia affrontando l’emergenza coronavirus “con grande senso di responsabilità ma anche in condizioni economiche e finanziarie molto difficili, spesso sottovalutate anche per il sopravvivere di uno stereotipo ormai superato, quello del libero professionista agiato per condizione professionale.”
“I numeri fornitici dal nostro Osservatorio”, ha commentato il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani, “certificano una profonda distorsione del mercato del lavoro che, soprattutto nelle mutate condizioni conseguenti alla crisi del 2008, continua a generare un sovraffollamento del sistema e un eccesso di offerta che deprime il valore dei servizi prestati. Gli Ordini professionali sono da tempo in crisi e non è più possibile che dalla politica vengano trattati come delle corporazioni e che i singoli professionisti siano ancora percepiti come dei privilegiati, secondo una visione ormai del tutto obsoleta. L’esclusione dall’accesso al credito a fondo perduto è solo l’ultima dimostrazione di una disattenzione nei confronti di questo pezzo tanto significativo del mondo del lavoro.”
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