Il 14 aprile scorso l’Unione delle Camere Penali Italiane ha scritto una lettera indirizzata al Garante Privacy contenente alcuni quesiti rilevanti in materia di protezione dei dati personali alla luce dell’introduzione del cosiddetto processo penale da remoto, introdotto con il Decreto-Legge n. 18/2020 per contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19.
I dubbi dell’UCPI, in particolare, vertono sull’utilizzo, quali piattaforme per lo svolgimento del processo penale da remoto, dei programmi commerciali Skype for Business e Teams, della società Microsoft Corporation.
Tali piattaforme, si legge nella lettera, vengono già utilizzate regolarmente da circa un mese, e ad oggi "non è dato comprendere se l’utilizzo di tali piattaforme consenta di rispettare le garanzie minime di sicurezza, riservatezza e protezione dei dati personali richieste dalla normativa nazionale e sovranazionale".
Da qui i quesiti che l’Unione Camere Penali Italiane, attenta alla tutela dei diritti di tutti i cittadini coinvolti direttamente o indirettamente nei processi penali e al corretto svolgimento del processo penale, sottopone al Garante nella speranza che le autorità preposte diano risposta.